I programmi alimentari nel periodo post-svezzamento possono influire sul comportamento futuro
Punti chiave della ricerca
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L'aggiunta di foraggi alla dieta pre-svezzamento dei vitelli migliora la crescita pre-svezzamento
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L'integrazione del foraggio non influisce sulla crescita post-svezzamento ma aiuterà il passaggio dall'alimentazione liquida alle diete miste
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L'aumento della crescita dovuto all'integrazione di foraggio ha un effetto positivo sulla resa di latte in rapporto all’energia fornita durante la prima lattazione
I programmi alimentari nel periodo post-svezzamento possono avere un impatto negativo sul comportamento e sulle performance alimentari future
Optando per un piano alimentare ad elevati apporti nutrizionali, la crescita e le prestazioni ottenute prima dello svezzamento dovrebbero continuare nei mesi successivi. È stato dimostrato che con i bovini da latte alcune pratiche di alimentazione post-svezzamento possono creare modelli comportamentali che persistono nella vita futura[1]. In uno studio[2] condotto dall'Università di Guelph, dall'Università di Wageningen e dal centro di ricerca e sviluppo di Trouw Nutrition, sono stati misurati gli effetti dell’alimentazione post-svezzamento dei vitelli e gli effetti di una razione mista a secco sulla crescita, sui miglioramenti delle prestazioni e sui modelli comportamentali.
Impostazione dello studio
Sono stati inclusi nello studio due gruppi di 5 vitelli di tre mesi. Lo studio è iniziato 40 giorni dopo lo svezzamento ed è durato 12 settimane. Un gruppo ha ricevuto una razione all'85% di concentrati e il 15% di paglia di grano tritata per 10 settimane, mentre il secondo gruppo ha ricevuto la stessa miscela all'85%/15% per le prime 5 settimane, ma è stato poi convertito in una razione al 70% di concentrati e 30% di paglia di grano tritata per le settimane da 6 a 10 dello studio. Entrambi i gruppi sono stati successivamente alimentati con una razione a base di insilato nelle settimane 11 e 12 (42,3% di insilato di mais e 57,7% di fieno insilato).
Risultati
Quando i vitelli del secondo gruppo sono passati alla dieta al 70% di concentrati/30% di paglia tritata, sono stati osservati cali sia nell'assunzione di sostanza secca (DMI) che nell’incremento ponderale medio giornaliero. Nelle settimane da 6 a 10 dello studio, il DMI per il gruppo del 70% era di 5,53 kg al giorno contro 7,38 kg al giorno per il gruppo dell'85%. Il DMI inferiore nel gruppo del 70% era correlato al riempimento fisico del rumine piuttosto che all'aumento della fibra neutro detersa che viene fornita con una dieta più ricca di paglia. Il DMI più basso nel gruppo del 70% ha comportato anche un ADG inferiore (1,25 kg al giorno contro 1,59 kg al giorno per il gruppo che mantiene la razione all’85% / 15% ). Ciò ha comportato una differenza di quasi 12 kg nel peso corporeo quando lo studio ha raggiunto la sua decima settimana.
Tuttavia, quando i vitelli sono stati alimentati con la stessa dieta a base di insilato nelle settimane 11 e 12 dello studio, non sono state osservate ulteriori differenze nell'assunzione tra i 2 gruppi, suggerendo che il precedente programma di alimentazione non ha avuto alcun effetto sulla capacità dei vitelli di passare a una dieta a base di insilato [2].
Sebbene non vi siano state differenze nell'assunzione tra i due gruppi nelle ultime due settimane di studio, c'erano differenze nei comportamenti negativi che sembravano essere rimasti dalle 5 settimane precedenti, durante le quali erano stati alimentati con una dieta diversa. I vitelli che appartenevano al gruppo al 70% continuavano a dedicare più tempo all'alimentazione, in particolare nelle ore immediatamente successive alla consegna dell’alimento e nelle ore notturne, proprio come avevano fatto quando seguivano una dieta a più alto contenuto di paglia.
Conclusione
La tipologia di percorso alimentare visto in questo studio, nello specifico il fatto di dedicarsi ad un pasto lungo dopo la distribuzione della razione, potrebbe essere indesiderabile se mantenuto in età adulta, dove può avere effetti negativi sulle fermentazioni del rumine. Pertanto dovrebbe essere evitata qualsiasi strategia nutrizionale, come ad esempio la diluizione dell concentrato della sostanza secca con più paglia, che promuove pasti più lunghi, in particolare dopo la distribuzione dell’alimento. Questi comportamenti alimentari possono persistere e potrebbero avere conseguenze negative sulle produzioni nella vita futura degli animali.
L’alimentazione dopo lo svezzamento dei vitelli non influisce solamente sulla crescita immediata, essa ha anche conseguenze a lungo termine sul comportamento e quindi sulla produzione. Se nel periodo successivo allo svezzamento si stabiliscono cattive abitudini alimentari, gli effetti negativi hanno un impatto sulla transizione verso i mangimi a base di insilato e si potrebbero perdere i guadagni fatti prima dello svezzamento.
Bibliografia
[1] DeVries, T.J., 2010. Review: Behavior and its role in the nutritional management of the growing dairy heifer. Can. J. Anim. Sci. 90: 295-302.
[2] Groen, M.J., Steele, M.A., and De Vries, T.J., 2015. Short communication: Effect of straw inclusion rate in a dry total mixed ration on the behaviour of weaned dairy calves. J. Dairy Sci. 98: 2693-2700.